Catena di fornitura

Nell’ambito del controprogetto all’iniziativa «Per imprese responsabili», nell’art. 964j del CO (Codice delle obbligazioni) è sancito che le imprese svizzere sono tenute a osservare obblighi di diligenza nella catena di approvvigionamento e a presentare una relazione al riguardo. Questo vale per l’importazione di minerali e metalli da aree di conflitto e ad alto rischio e in relazione al lavoro minorile. La Germania è già dotata di una legge sulle catene di approvvigionamento e l’Unione europea (UE) ha adottato una direttiva sulla catena di approvvigionamento a livello europeo (Corporate Sustainability Due Diligence Directive, CSDD) nell'estate del 2024, che è ora in fase di recepimento nelle leggi nazionali. 

Non sono solo le norme a imporre che i diritti umani siano rispettati lungo l’intera catena di approvvigionamento. Il riconoscimento di pratiche commerciali responsabili è oggi il presupposto per l’accesso al mercato e molti clienti si aspettano che vengano presentate relazioni al riguardo.

Per molte aziende, conoscere la propria catena di approvvigionamento è una vera e propria sfida. Gode di una situazione vantaggiosa chi ha già redatto un bilancio climatico per tutti e tre gli scope e si è già occupato approfonditamente dei fornitori. Per le imprese che sono ancora all’inizio del processo, la Confederazione ha creato, nell’ambito del Piano d’azione nazionale per le imprese e i diritti umani, la piattaforma Assistenza alle imprese. La verifica della diligenza nell’ambito dei diritti umani comprende sei passaggi:

1. Analizzare la catena di creazione del valore

Abbozzate la catena di creazione del valore della vostra impresa, dall’acquisto delle materie prime all’utilizzo del prodotto finito. Controllate in questo passaggio quali misure abbia già intrapreso la vostra azienda in relazione alla diligenza in materia di diritti umani.

2. Individuare e valutare i rischi

Analizzate quindi i potenziali rischi relativi ai diritti umani, alle condizioni di lavoro e all’etica negli affari. Si raccomanda di tenere conto in questa analisi anche di temi ambientali per poter riferire anche su questo aspetto della sostenibilità. I rischi identificati vanno qualificati e quantificati.

3. Definire gli obiettivi e le misure

Sulla base dell’analisi del rischio definite misure come gli audit dei fornitori, le formazioni dei fornitori o un codice dei fornitori. Al più tardi in questa fase va approvata anche una dichiarazione dei principi di base della vostra azienda in materia dei diritti umani.

4. Implementare le misure 

Implementate le misure definite e integratele nei processi operativi quotidiani e nelle attività delle catene di approvvigionamento. La comunicazione regolare con i vostri fornitori è fondamentale. Se la vostra azienda opera principalmente in una regione, potete investire anche direttamente nella resilienza dei comuni locali.

5. Inserire il reporting

Non fornite chiarimenti solo sui requisiti normativi che deve soddisfare il vostro reporting, ma anche sulle aspettative dei vostri stakeholder principali. Parlate regolarmente dei progressi nell’implementazione dell’obbligo di diligenza nella catena di approvvigionamento. Misurate e monitorate, sulla base delle KPI (Key Performance Indicators), l’efficacia delle misure.

6. Creare il meccanismo dei reclami

Consolidate un meccanismo per collaboratori, fornitori e altri stakeholder per esprimere preoccupazioni o reclami relativamente alla catena di approvvigionamento. Assicuratevi che gli eventuali problemi emersi siano affrontati.

Barbara Mettler

Barbara Mettler

Esperta

Sostenibilità

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