Apertura e diversificazione nella politica del commercio estero sono quanto più importanti
L’odierno annuncio del governo statunitense di imporre dazi all’importazione sui beni provenienti da Paesi con surplus commerciale sta colpendo duramente l’industria medtech svizzera, caratterizzata da un forte orientamento all’export. Gli USA importano dalla Svizzera il 55 percento di dispositivi medici in più rispetto a quelli che esportano in Svizzera. La posta in gioco per il settore è molto alta: nel 2023 sono stati esportati negli Stati Uniti prodotti medtech per un valore di 2,8 miliardi di franchi, pari al 23 percento o a quasi un quarto di tutte le esportazioni medtech svizzere. Gli Stati Uniti sono il secondo mercato di vendita più importante dopo l’Unione europea (UE), verso la quale le aziende esportano circa il doppio, ovvero il 50 percento.
Omologazione FDA come segnale per l’economia estera
«Swiss Medtech invita il Consiglio federale ad attivarsi per proteggere i canali di esportazione centrali – attraverso rapide modifiche a livello di regolamentazione e colloqui in materia di politica commerciale con Washington», spiega Damian Müller, Presidente di Swiss Medtech. A ora la Svizzera riconosce solo i dispositivi medici con certificazione UE. Già nel 2022, il Parlamento ha incaricato il Consiglio federale di autorizzare anche i prodotti omologati dalla Food & Drug Administration (FDA) statunitense, per garantire l’approvvigionamento e rafforzare l’attrattiva della piazza svizzera. Ora la dimensione geopolitica sta acquisendo un’importanza fondamentale: «Il Consiglio federale ha la possibilità di approvare rapidamente con un’ordinanza i prodotti omologati dalla FDA: sarebbe un chiaro segnale al governo statunitense per anteporre il dialogo alle misure di politica doganale», afferma Damian Müller.
La diversificazione aumenta la resilienza
Swiss Medtech favorisce l’apertura e la diversificazione, non la compartimentazione. Le oltre 800 aziende associate sono dislocate in tutta la Svizzera, dai centri urbani alle valli alpine, e hanno successo in tutto il mondo. Per garantire la loro competitività sono necessarie buone condizioni quadro e relazioni commerciali stabili. «Le barriere all’esportazione mettono a rischio non solo le imprese, ma anche i posti di lavoro, l’innovazione e la sicurezza degli approvvigionamenti. La Svizzera deve rispondere in modo aperto, deciso e strategico a queste sfide», afferma Adrian Hunn, Direttore di Swiss Medtech.
In un mondo instabile a livello geopolitico, la diversificazione dei partner commerciali sta diventando sempre più importante. Swiss Medtech chiede quindi l’eliminazione attiva delle barriere commerciali di natura tecnica e l’ulteriore sviluppo di accordi internazionali. «L’UE rimane di gran lunga il nostro mercato più importante: un posto di lavoro su tre nel settore medtech svizzero dipende da contratti UE. Questo rapporto deve essere rafforzato in modo mirato», conclude Hunn.
Swiss Medtech rappresenta in qualità di associazione di categoria del settore medtech svizzero circa 800 soci. Con 71’700 occupati e un contributo dell’11,9% al bilancio commerciale positivo della Svizzera, il medtech è un settore economicamente importante. Swiss Medtech si adopera per un settore in cui la tecnologia medica può fornire prestazioni di punta a beneficio di un’assistenza medica di prim’ordine.